Paul Auster

Quando ho iniziato questa sezione del mio blog dedicata ai miei autori preferiti, sapevo già che prima o poi avrei scritto un post su Paul Auster. Tuttavia ho impiegato tanto per decidere cosa scrivere, di quali aspetti dell’autore americano che più mi colpiscono parlare, e perché mi appassionano così tanto i suoi libri. Dopo varie riflessioni sono arrivato alla conclusione che Auster, pur non essendo il mio autore preferito, rappresenta per me lo scrittore perfetto, l’autore più completo tra quelli che ho letto, e in questo post vi spiego il perché.

Lo stile. Fluido, elegante e camaleontico, Auster si legge in modo ipnotico, ti prende e non ti fa staccare gli occhi dal testo, e il suo modo di parlare al lettore varia in funzione del personaggio che vive tra le pagine dei suoi libri. Nei suoi romanzi difatti Auster si traveste del suo personaggio e parla al lettore secondo il carattere che ha scelto per lui o lei. È come se il personaggio si serva dell’autore per comunicare con il lettore.

I personaggi. Saggi, malinconici e carismatici, sempre, sottoforma di adolescenti con vite che evolvono verso la propria maturità come in Moon Palace, di ragazzi più maturi e ribelli come in Sunset Park, di adulti straziati dal dolore che cercano di sopravvivere grazie all’arte come ne Il libro delle illusioni (The book of illusions), o con l’aiuto della propria empatia verso i suoi cari, come in Follie di Brooklyn (The Brooklyn Follies). Sottoforma di individui enigmatici che vivono e narrano avventure affascinanti come in Invisibile (Invisible), Uomo nel buio (Man in the Dark) e Leviatano (Leviathan), persino di un cane che racconta le sue disavventure, Timbuctú (Timbuktu), e di un adolescente di cui Auster racconta quattro commoventi versioni della sua vita nel meraviglioso 4 3 2 1. Hanno sempre qualcosa da dire, sempre interessante, mai banale, sono come persone in carne e ossa che riescono a conquistare l’attenzione del proprio interlocutore mentre raccontano qualsiasi aneddoto delle proprie vite.

Le storie. Ogni romanzo di Auster racconta una storia principale fatta di straordinarie micro storie, è quindi un mosaico dove ogni pezzo ha la sua importanza. I personaggi vivono e narrano, raccontano aneddoti che non mutano la storia principale, ma l’arricchiscono. Tra le sue storie, il primo racconto della Trilogia di New York (The New York Trilogy), Città di vetro (City of glass) è, per me, uno dei migliori momenti letterari che ho vissuto. Faccio un’altra menzione speciale al suo 4 3 2 1, ultima opera uscita nel 2017 che mi ha particolarmente colpito e di cui ho già parlato sui miei social. Come ho accennato nel precedente paragrafo, il romanzo narra quattro versioni della vita dello stesso personaggio, Archie, che viaggia tra gli Stati Uniti d’America e ci racconta, così come li vive, momenti chiave della storia americana del secolo passato, come la guerra in Vietnam e le morti di Kennedy e Malcolm X. Tutte le versioni mi hanno emozionato, in un modo o nell’altro, in questo libro dal finale sorprendente. Pertanto Auster non mi ha deluso neppure nel suo libro più intenso che è diventato già un classico della letteratura statunitense.

Qui ho citato alcune delle opere di Auster, quelle che mi hanno maggiormente affascinato, ma c’è tanto altro da leggere dell’autore americano. A parte altri romanzi di cui qui non ho parlato, ha scritto anche numerosi saggi e sceneggiature di film. Io prediligo i suoi romanzi, che sono anche i suoi scritti che principalmente consiglio di leggere. Credo inoltre che sia l’autore perfetto per chi vuole praticare inglese leggendo libri in lingua originale. È fluido ed elegante persino per chi non è di madrelingua inglese.

Ho iniziato questo post dicendo che per me Auster è lo scrittore perfetto. E per voi, esiste uno scrittore perfetto?

32 commenti

      • Il mio preferito in assoluto è Il giardino di cemento, un libro piuttosto disturbante che parla di quattro fratelli rimasti orfani di entrambi i genitori che passano la loro ultima estate barricati in casa prima che i servizi sociali si occupino di loro. Molto bello anche l’ultimo, Macchine come me, e il recente La ballata di Adam Henry, da cui è stato tratto anche un bel film. Insomma, non hai che l’imbarazzo della scelta!

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  1. For me, Paul Auster’s writing is a physical and intuitive adventure, a matter of rhythm before it makes sense. He tends to examine his own body, his personal experience, with the sole objective of restoring a perception common to all of us, the awareness of our mortality. Greetings!

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  2. Non conosco Auster, ma sicuramente questo articolo mi ha incuriosito e prima o poi leggerò qualcosa di questo autore.
    Per rispondere alla tua domanda, per come ha sviluppato l’insieme del mondo (nel vero senso della parola) direi Frank Herbert.

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  3. Caro Alessandro, anche per me Auster è tra gli scrittori preferiti.
    Ne ho letti un po’ e in tutti vi ho trovato una scrittura leggera. Auster ama il suo lettore, lo coinvolge, lo accompagna per mano nei suoi romanzi per adagiarlo nei suoi personaggi, unisce anima e corpo per poi lasciarlo “svaporare”.

    “Bisogna lasciarsi svaporare. Eliminare ogni tensione muscolare, concentratevi sul respiro fino a sentire l’anima che esce dal corpo, e infine chiudete gli occhi. È così che si fa. Il vuoto che vi si crea dentro il corpo si fa più leggero dell’aria che vi circonda. A poco a poco, pesate meno di nulla. Chiudete gli occhi; allargate le braccia e lasciatevi svaporare. A quel punto, poco per volta, vi solleverete da terra. Ecco, così”
    Paul Auster. Mr Vertigo

    Complimenti per le tue recensioni.
    Mimma

    Se ti va queste sono le mie impressioni su 4321.
    http://www.hiporabundia.mimmarapicano.com/4321-2/

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  4. Bella recensione che descrive bene lo stile di Auster. Ti senti di consigliare un autore simile ad Auster? Da anni cerco un nuovo tesoro da scoprire, come quello che trovai leggendo NY Trilogy (il mio primo di Auster), ma senza risultati

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