Lacci – Recensione

… Tu delle persone ti servi. Tu alle persone dai spazio solo se ti mettono su un piedistallo. Tu alle persone ti leghi soltanto a patto che ti riconoscano prestigio e un ruolo degno di te, soltanto a patto che, celebrandoti, ti impediscano di vedere che in realtà sei vuoto e spaventato dalla tua vuotezza. …

 

Autore: Domenico Starnone
Pagine: 133
Anno: 2014
Casa Editrice: Einaudi
Disponibilità: Libro Cartaceo e Versione Digitale
Dove acquistarlo: Amazon

La scoperta del romanzo. Vedevo spesso quei lacci che legano un paio di scarpe eleganti tra vari profili letterari che seguo. Leggevo recensioni esaltanti dedicate a questo romanzo su Twitter, Instagram e blog. La metafora dei lacci che ti legano alla tua esistenza e non ti lasciano andare, la bella copertina, i pareri positivi, tutti messaggi subliminali che mi dicevano che dovevo leggere questo libro. Ho ceduto. 

L’inizio della storia. Una donna parla al marito. Anzi, una donna parla al lettore, rivolgendosi come se fosse il marito. Il romanzo all’inizio è scritto in seconda persona. Un monologo che si sviluppa sotto forma di messaggi (lettere? Probabilmente, ma non è chiaro, si capirà, ma all’inizio non è importante). La donna, di nome Vanda, parla con rabbia, attacca il compagno per il suo fallimento come padre, marito e uomo. È un monologo ipnotico che fa sentire il lettore persino in colpa per come l’uomo, di nome Aldo, rende la propria famiglia disfunzionale, secondo l’interpretazione rabbiosa della moglie. Questo libro inizia così, col botto, un’esplosione di originalità. Bellissimo.

Il resto della storia. Poi il marito risponde, lo stile è lo stesso. Lo scrittore parla al lettore attraverso il personaggio che si sfoga per come la moglie l’accusa di essere la causa del fallimento della loro famiglia disfunzionale. Il romanzo passa poi a essere raccontato in prima persona da Aldo, che comincia a narrare un altro pezzo di storia della vita dei protagonisti con un’ironia esilarante. L’evoluzione delle loro esistenze che si muovevano insieme ricostruita da pensieri, ricordi, osservando vecchie foto, leggendo lettere mai spedite, analizzando il rapporto travagliato che aveva con moglie e figli. La malinconia e l’ironia vengono magistralmente alternate dall’autore in questa storia bella ma triste. Aldo ci parla della sua famiglia complicata che a volte sembra sgretolarsi ma che poi si ricompone, tra drammi, incomprensioni e momenti di puro amore in un mosaico in cui ogni pezzo appartiene a una diversa epoca vissuta dagli stessi personaggi.

I miei pensieri. Lacci che non si possono slegare, di scarpe che hai bisogno di togliere per far respirare i piedi, ma che te li intrappolano a causa dei nodi. Sono questi i pensieri ricorrenti nella mente del lettore e trasmessi dall’autore. Già questo basterebbe a rendere grande il libro. Lo stile e la capacità di comunicazione dell’autore sono impeccabili, rendono la lettura fluida ed emozionante. Ma oltre alla metafora dei lacci, c’è anche una storia che spiazza e stupisce, che appassiona e lascia col fiato sospeso fino all’ultima pagina.

Non sarai mai quello che vuoi ma quello che capita.

11 commenti

  1. L’ho letto, qualche anno fa. Starnone è bravo, però la cosa che mi preoccupa è che di questo libro non ricordo nulla. Quindi, o sono affetta da una forma di Alzheimer, il che non è improbabile, o questo romanzo mi ha lasciato poco (di altri suoi, invece, conservo un ricordo più solido)

    Piace a 1 persona

Lascia un commento