Trasposizioni cinematografiche riuscite

Le trasposizioni cinematografiche deludono quasi sempre, capita soprattutto con i libri che abbiamo amato. È difatti complicato riprodurre lo stile dell’autore, rappresentare quei personaggi che il lettore ha ricreato nella propria fantasia, decidere quali parti del libro riportare nella pellicola rispettando la forma del testo e la trama. Tuttavia, dico quasi sempre perché a volte, di rado, scopriamo film che riescono addirittura a migliorare il romanzo. In questo post segnalo quelle pellicole che per me sono degne del libro e le divido in tre gruppi: film migliori del romanzo, film che hanno raggiunto la qualitá del libro, e film che non ritengo allo stesso livello della versione letteraria, ma che comunque reputo belli.

 

burundanga

Meglio del libro

Inizio con quella che per me è la migliore trasposizione cinematografica che abbia visto sinora: Trainspotting. Il romanzo di Irvine Welsh racchiude tutto il peggio del Regno Unito, senza filtri e giri di parole, in modo oggettivo. L’abuso di alcool e droga, il cinismo, il paternalismo e il politicamente scorretto del libro vengono riprodotti alla perfezione da Danny Boyle ma a mio avviso con una differenza chiave: l’introduzione di un’estetica. I colori, la fotografia e soprattutto la musica -eccellente la colonna sonora– hanno reso quasi piacevoli e divertenti le disavventure dei protagonisti che nel libro sono sporche e moleste. Nella pellicola inoltre sono state eliminate le scene più fastidiose del romanzo, come quella in cui Renton si scopa -uso la stessa volgarità del libro-  la moglie del fratello, il giorno del loro matrimonio, in bagno durante i festeggiamenti.

Cuore di tenebra (Heart of Darkness) di Joseph Conrad è uno di quei classici che ho letto per il suo esito internazionale e le numerose recensioni positive. Io l’ho trovato di una noia straziante e nonostante fosse un romanzo breve, ho fatto fatica a finirlo. Apocalypse Now di Francis Ford Coppola è stato ispirato dal libro di Conrad e, come nel romanzo, racconta la risalita di un fiume alla ricerca di un personaggio di nome Kurtz. Nel libro è un commerciante d’avorio cercato in Congo, mentre nella pellicola è un ex-colonnello cercato in Vietnam al tempo della guerra. Io nel romanzo non ho trovato l’acclamato carisma e potere ipnotico di Kurtz, che invece nel film mi ha scioccato grazie alla straordinaria interpretazione di Marlon Brando in una pellicola arricchita dalla storia della guerra del Vietnam, con la sua assurdità e follia, e ancora da un’incredibile colonna sonora.

Passo ora a una serie di successo internazionale, Il racconto dell’ancella (The Handmaid’s Tale) ispirato dal romanzo distopico omonimo di Margaret Atwood. Io adoro la storia creata dall’autrice canadese, ma ho trovato il libro troppo corto. Una vicenda interessante che presenta una realtà inquietante ma secondo me raccontata in fretta, con molte descrizioni che apportano poco e rallentano il ritmo della trama, e tanti punti interrogativi lasciati in sospeso. Questi limiti per me sono stati superati magistralmente dalla serie, che riesce a riportare l’angosciante mondo della Atwood arricchendolo con aneddoti che non travisano la realtà del romanzo.

Io non sono un grande ammiratore di Stephen King. Ho letto pochi dei suoi romanzi di cui nessuno mi ha entusiasmato. Sarà per il genere che non mi prende, o per i finali a mio avviso poco elaborati dal maestro della letteratura di terrore americana. Uno dei suoi libri che non mi ha convinto è Cimitero vivente (Pet Sematary) che ha ispirato un film con lo stesso titolo del 1989. Io ho trovato quella pellicola inquietante, ben fatta e arrichita dalla musica dei Ramones. Esiste un’altra trasposizione cinematografica del 2019 per me brutta, tanto, molto più brutta del romanzo di King. 

Belli come il libro

Fight Club è il romanzo d’esordio di Chuck Palahniuk, libro per me straordinario e unico per lo stile dell’autore americano. La trasposizione cinematografica è stata diretta dal grande David Fincher che nella pellicola è riuscito a ricreare lo stile narrativo di Palahniuk mantenendo gli aspetti più interessanti della storia. Il senso di paranoia dell’autore americano -di cui ho anche parlato nel post che gli ho dedicato- che alterna nel testo pezzi di frasi, suoni, dialoghi, o gesti che si ripetono ciclicamente è stato riprodotto alla perfezione da Fincher. Il film è inoltre arricchito dalle straordinarie interpretazioni di Brad Pitt e Edward Norton. 

Bret Easton Ellis è per me un autore controverso. L’ammiro per il suo stile originale, è uno dei primi scrittori minimalisti, dalla forma cruda e cinica. Il problema che trovo nei suoi libri è l’uso eccessivo della violenza, a tratti molesta. Forse gli dedicherò un post a parte, qui mi limito a citare American Psycho, il manifesto del suo minimalismo in cui porta all’estremo la brutalità dei suoi personaggi. La versione cinematografica dallo stesso titolo di Mary Harron presenta una versione meno violenta che tende ad esaltare l’altro aspetto importante illustrato da Ellis: il cinismo e la superficialità di gente vuota, senza valori, con pochi interessi a parte i loro abiti firmati e i propri lussi. L’interpretazione di Christian Bale è magistrale e reputo il film molto bello, allo stesso livello del romanzo. Il libro supera il film per lo stile di Ellis, la pellicola rende meno crudo e molesto il messaggio che vuole trasmettere. Un equilibrio che rende entrambe le opere interessanti e consigliabili per gli amanti sia della letteratura che del cinema.

Ho parlato di recente di Dellamorte Dellamore, di quanto mi siano piaciuti sia il libro che il film. Riporto qui il mio pensiero più importante sulla trasposizione cinematografica: Dellamorte Dellamore è per me anche un film bellissimo, quella pellicola malinconica e ben riuscita che tutti gli appassionati delle opere di Tiziano Sclavi si aspettavano per l’indagatore dell’incubo. 

Ci siamo quasi

Il nome della rosa è uno dei libri italiani più celebri al mondo. Il romanzo incrocia diversi generi, thriller, giallo storico, libro filosofico, saggio letterario. Per me è stato anche un modo per studiare e capire diversi ordini religiosi, tra cui quello benedettino. Quindi è un’opera letteraria che io reputo molto interessante. La trasposizione cinematografica del 1986 di Jean-Jacques Annaud, con Sean Connery e Christian Slater, focalizza sulla parte degli assassini tralasciando le componenti saggistiche. É quindi la versione incompleta di un libro per me straordinario, ma comunque una pellicola molto bella e in Europa di grande successo. 

Sostiene Pereira è un romanzo che ho adorato, per i suoi contenuti, i personaggi, le atmosfere, lo stile di Tabucchi. Incrocia le storie di Portogallo, Spagna e Italia devastate dalle dittature con amarezza e ironia. Avevo sentito dire un gran bene della trasposizione cinematografica del 1995 diretta da Roberto Faenza. Onestamente, dopo aver amato il libro, le mie aspettative erano alte, tanto, quindi la pellicola mi ha un po’ deluso e non la reputo all’altezza del libro. Ma è comunque un bel film e secondo me vale la pena vederlo perlomeno per una delle ultime apparizioni del grande Marcello Mastroianni e per l’ottima interpretazione di Daniel Auteuil.

L’uomo duplicato è uno dei miei libri preferiti di José Saramago. L’autore portoghese ha uno stile unico che io adoro ed è impossibile da riprodurre in una pellicola. Un esempio negativo è la trasposizione cinematografica di Cecità Blindness – Cecità (Blindness) del 2008 con Julianne Moore, lontana anni luce dal capolavoro di Saramago. Un giorno mi parlarono di Enemy, film del 2013 con Jake Gyllenhaal, diretto da Denis Villeneuve e tratto appunto dal romanzo L’uomo duplicato. Me lo consigliarono, scoprii anche che venne accolto bene dalla critica, e decisi di guardarlo senza molte aspettative. In effetti il film segue solo la storia principale del romanzo, con uno stile narrativo e ambientazioni che non hanno nulla a che vedere con l’opera di Saramago. Non mi ha entusiasmato come il libro, ma a mio avviso, se visto ignorando l’esistenza del romanzo, Enemy è un bel film, strano, enigmatico con componenti nuove e interessanti rispetto al libro, e con un finale, a mio avviso, molto intrigante.

E voi? Vorreste segnalare delle trasposizioni cinematografiche all’altezza del libro?

36 commenti

  1. non amo andare a ve3dere i film tratti dai libri che mi sono piaciuti molto, ma di quelli che mi sono piaciuti poco vado volentieri ahah ti lascio una scelta di libri che molto mi son piaciuti e che hanno avuto secondo me una trasposizione superlativa!
    1) Il buio oltre la siepe di Robert Mulligan diretto da Harper Lee (1960)
    2) 2001: Odissea nello Spazio (1968) di Stanley Kubrick tratto dal romanzo di fantascienza del 1948, La Sentinella di Arthur C. Clarke,
    3) Shining (1980) diretto da Stanley Kubrick e scritto da Stephen King
    4) Quel che resta del giorno (1993) diretto da James Ivory, da un romanzo di Kazuo Ishiguro
    di quelli che hai segnalato sono abbasyamìna in accordo in particolare per la serie televisiva Il racconto dell’ancella (The Handmaid’s Tale) che io ho trovato molto meglio del libro!!!

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      • Ma Avary fa veri miracoli di montaggio!
        e se lo vedi in italiano i doppiatori (guidati da Francesco Pannofino) sorpassano molto qualsivoglia “difetto” attoriale (van der Beek è doppiato da Massimo De Ambrosis!), che però, devo essere sincero, io non ho visto, anzi, tanti di quegli attori per me sono stati sorprendenti (specie Somerhalder)…
        Occhio, quando cerchi il film, di non incappare nelle tante versioni “domestiche” tagliate nelle scene più esplicite di droga e autolesionismo…

        Il libro lo lessi in inglese, e fu per me, alle prime armi coi libri inglesi, una grande sfida districarmi tra le parlate, lo slang adolescenziale anni ’80 e la nomenclatura del campus!
        Poco dopo trovai la traduzione di Francesco Durante ottima e chiarificatrice ma non così a fuoco sullo slang…

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        • Interessante, grazie per la segnalazione! Tendo a leggere e vedere film di lingua inglese nelle versioni originali… avevo pensato lo stesso di Ellis leggendo American Psycho 🙂 ma é stato utile per imparare qualche slang. Comunque mi hai convinto sul film, e poi credo di non aver visto nulla di Avary, un buon motivo per iniziare a conoscerlo.

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  2. Ah ecco! Il breve racconto di Poe “Mai scommettere la testa col diavolo” trasformato da Fellini, nel mediometraggio episodio “Toby Dammit, in un qualcosa di completamente diverso… Uno dei vertici del cinema felliniano e che col racconto ha pochissimo a che vedere

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  3. La lettura di un romanzo ci fa immaginare i luoghi, le persone e le sensazioni che l’autore riesce a trasmettere.
    Non sempre la pellicola che ne viene tratta risponde alle nostre aspettative… comunque l’elenco da te citato e integrato dai commenti è notevole
    Grazie

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