Tempo fa raccontai in un post che quando non so cosa leggere, invece di consultare la lista degli ultimi Best Seller dell’anno, preferisco cercare tra i vincitori e i finalisti di un Pultizer uno scrittore o un libro che ancora non conosco per andare sul sicuro. Il Pultizer è difatti per me indice di qualità, indipendentemente dalle copie vendute del romanzo che lo vince. Oggi propongo un post simile che racconta la mia passione per i libri che hanno vinto un premio Campiello, o che sono stati finalisti senza vincerlo. Il Campiello è difatti un altro indice di qualità che per me vale più del numero di copie vendute.
Inizio con due libri finalisti e uno vincitore, di autori italiani che stimo e di cui non ho ancora avuto modo di parlare sui miei canali. Si tratta di Jack Frusciante è uscito dal gruppo finalista del 1995, di Enrico Brizzi, uno degli autori appartenenti al ‘Cannibalismo’, il mio movimento letterario italiano preferito a cui dedicherò prossimamente una serie di post sul mio blog e su tutti i profili dei miei social. Quindi per il momento segnalo solo un mio breve pensiero su un altro libro di Brizzi che ho amato, Bastogne. Randagio è l’eroe finalista del 1972, è un libro per me straordinario di Giovanni Arpino che vinse il Campiello con Il fratello italiano nel 1980, romanzo che non ho ancora trovato. Arpino mi piace definirlo il “Bukowski italiano” e gli dedicherò presto un post, per il momento segnalo la mia recensione di qualche tempo fa a Sei stato felice, Giovanni. Diceria dell’untore è il romanzo vincitore del Campiello nel 1981. È un libro bellissimo, triste che mette in discussione la fede e riflette sulla morte. È un romanzo che non si può spiegare in poche parole, che rileggerò presto, e di cui vorrei dedicare un post più esaustivo.
Segnalo adesso qualche romanzo vincitore, tra cui due premiati come opera prima, e un finalista, di cui ho avuto modo di parlare. Sono tutti libri che ho amato e per ognuno di essi lascio il link al post dove potrete trovare il mio pensiero. Sostiene Pereira di Antonio Tabucchi vincitore del 1994; Accabadora di Michela Murgia vincitore del 2010; La collina del vento del mio corregionale Carmine Abate del 2012 di cui ho recensito anche il bellissimo La moto di Scanderbeg; Via Gemito di Domenico Starnone finalista del 2001; Senza coda di Marco Missiroli vincitore come opera prima del 2006 di cui ho recensito anche il bellissimo Atti osceni in un luogo privato; La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano vincitore come opera prima del 2008 e anche del premio Strega.
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I prossimi vincitori di un Campiello che leggerò e di cui spero di parlare prossimamente sono Il male oscuro di Giuseppe Berto, vincitore del 1964, e L’ultima estate di Cesarina Vighy vincitore come opera prima del 2009.
E voi, vorreste consigliare qualche Campiello che vale la pena leggere?
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rea i finalisti del 2017 questo Mauro Covacich, La notte ha la mia voce Einaudi , mi è piaciuto molto! bellissimo post
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Grazie, gentilissima! E grazie anche per la segnalazione, mi appunto il titolo 🙂
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a me è piaciuto molto
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Arpino mi piace definirlo il “Bukowski italiano”: non vedo l’ora di leggere il post che gli dedicherai! Diceria dell’untore è un capolavoro. Ho dato un’occhiata alla lista dei vincitori, tutti i titoli che mi sento di “promuovere” appieno sono già stati citati da te ;).
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Dicerie dell’untore è uno di quei libri per me così belli che non oso recensire 🤣 ma prima o poi lo farò!
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Tra quelli che hai citato c’è n’è sono molti che ho amato, primo fra tutti Tabycchi. Posso aggiungere Morte di un uomo felice di Giorgio Fontana e Venuto al mondo della Mazzantini.
C’è ne sono tanti, in effetti… È un premio affidabile….
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Mi segno questi due titoli grazie.
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Ottima soluzione quella di leggere i premiati da concorsi seri, anche se oggi mi sembra che la serietà abbia ceduto il passo al criterio della novità (formale e non sostanziale). I libri che hai citato mi anno fatto piacevole compagnia in questi anni. Piacevole nel senso che hanno arricchito le mie esperienze sentimentali e intellettuali. È molto bello e valido che tu li abbia citati. Grazie.
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Grazie! Sono tutti libri che in un modo o nell’altro mi hanno lasciato qualcosa dentro. Il criterio della novità, secondo me se abbinato alla qualità potrebbe essere un altro aspetto da considerare per un premio.
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Se abbinato… 😊
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Molto bello il Campiello di quest’anno, Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio, di Remo Rapino (minimumfax)
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Grazie, mi segno anche questo titolo.
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