7 libri di autori italiani III

Oggi segnalo altri sette libri di autori italiani di cui ho parlato sul mio profilo Instagram, @mia_nonna_fuma.

Questa volta troviamo tre opere del Cannibalismo Italiano che ho amato, Gramsci in cenere, Fango e Occhi sulla graticola; l’ennesimo libro di Tiziano Sclavi che presento sul mio blog, Mostri; un classico che mi ha un po’ deluso, Il segreto del bosco vecchio; due classici che ho amato, Il male oscuro e Il visconte dimezzato

Tre emarginati, un nano, un uomo senza arti e un handicappato mentale, sopravvivono nel dolore, infelici e senza neppure capirne il motivo. Tre infermiere si prendono cura di loro, sono forse streghe, o magari fate, che si muovono come se vivessero in una favola, ma che appartengono alla triste realtà dei loro pazienti.
Mostri‘ è una storia dolce e malinconica, il libro che per me più si avvicina alle atmosfere di Dylan Dog, un altro sorvegliante di freak dell’affascinante mondo di Tiziano Sclavi, come le fate/streghe infermiere.
Non sono appassionato di romanzi fantasy, non li leggo mai. Ho fatto un’eccezione perché speravo che forse un fantasy di Buzzati mi avrebbe aiutato ad apprezzare questo genere così diffuso.
‘Il segreto del bosco vecchio‘ ci è quasi riuscito grazie alla prosa elegante del suo autore. Tuttavia, entità fantastiche come venti parlanti che irrompono nella storia, io non ce la faccio proprio a tollerarli. Così che continuo ad apprezzare Buzzati, un grande del novecento italiano, ma lo preferisco per altre opere, ‘Un amore’ su tutte.
Alda Teodorani è una delle autrici del ‘cannibalismo’ italiano di cui parlerò in questi giorni. Il suo ‘Gramsci in cenere’ è un libro strano, corto e senza dialoghi, in meno di 100 pagine racchiude la realtà di una generazione alla ricerca esasperata di una dose. Narra in modo crudo e realistico le vicissitudini di un gruppo di amici con problemi di droga, racconta di morte e di reietti, d’apatia in un bar frequentato da vecchi depressi e tossici.
Ma è anche un piccolo libro di formazione che, a modo suo, racconta sentimenti e paure celate dalla dipendenza di ragazzi di provincia. Una splendida colonna sonora, tra cui pezzi di Lou Reed e David Bowie, accompagna il lettore in questo viaggio malinconico.
‘Fango’ è uno dei primi esordi letterari di Niccolò Ammaniti, una raccolta di racconti del 1996, potente, tra l’esiralante e il violento, che riesce a provocare sensazioni controverse.
È per me una raccolta straordinaria, uno dei romanzi meno famosi dell’autore romano, ma il più alternativo. Consigliato a chi vuole conoscere l’altra faccia di Ammaniti, quella che io preferisco.
‘Occhi sulla graticola’ è un misto di prosa, saggio e monologo dalle tinte teatrali. Racconta una particolare storia d’amore tra una disegnatrice di genitali maschili sulle traduzioni italiane dei manga, e un giovane studente che paga l’affitto del suo appartamento con il proprio sperma usato dalla locatrice come crema antirughe.
Un classico del ‘pulp’ italiano che consiglio agli amanti della letteratura alternativa.
Il male oscuro‘ è la perdita dell’energia creativa, il bisogno di un placebo per una sofferenza ignota, il bisogno di capire i rapporti complessi con i propri cari, una continua analisi del Super-io nascosto dentro di noi, una capolavoro del 900 italiano.
Il visconte di Calvino viene diviso in due parti da una palla di cannone. La metà malvagia viene separata da quella buona, dando vita a un’altra di quelle lotte tra bene e male che ogni forma d’arte ha riprodotto fino alla nausea e che rischierebbe di annoiare.
Tuttavia Calvino non annoia, diverte e stimola l’intelletto, e come sempre i suoi messaggi non sono mai scontati. Il suo male ha varie forme, l’incompetenza politica, l’emarginazione, il bisogno di sbarazzarsi del bene per poter sopravvivere. È un male pusillanime di cui l’autore si burla con un’ironia sottile ed elegante.

13 commenti

  1. Il male oscuro è veramente un grande libro. Non ho letto Il segreto del bosco vecchio, ma anch’io ho molto amato Un amore. Buzzati comunque una certa vena fantasy ce l’aveva, molti dei suoi racconti più belli sono fantastici-fantascientifici-surreali (anche distopici)
    Ai tempi in cui sono usciti i “cannibali” non ne ho letto neanche uno… in seguito ho letto qualcosa di Ammaniti, Ti prendo e ti porto via e Io non ho paura, che sono molto belli entrambi (il primo di più).

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