Adolesco – Recensione

Ci sono molti bambini nel mondo che, quando nascono, ci hanno sia la patata che il mazzapicchio. E però non lo dicono a nessuno, sennò li uccidono, povere creature, che non si capisce che colpa ci hanno loro se sono due cose insieme e non c’è nessuna legge che dice che nascono delle persone che sono due cose e i genitori non sanno che cazzo dire quando devono scrivere nei registri dello Stato se i bambini sono maschi o femmine
Autore: Timothy Megaride
Pagine: 224
Anno: 2021
Casa Editrice: Il Ramo e la Foglia
Disponibilità: Libro Cartaceo
Dove acquistarlo: Il Ramo e la Foglia

Ho scoperto Adolesco sul blog Il verbo leggere dove ho trovato un’analisi accattivante di questo libro contro corrente che non ha tradito le mie aspettative. Io definirei l’opera un romanzo di formazione -genere che io apprezzo e sempre presente tra le mie letture- ma fuori dagli schemi. In questi romanzi in genere il protagonista evolve verso la maturità, o una fase particolare della propria esistenza, passando per esperienze di vita, passioni, gioie, sfide, riflessioni. In Adolesco invece, Tommaso, il protagonista, usa un registratore vocale per lasciare una testimonianza che racconta come le sue esperienze di vita l’abbiano condotto verso gli arresti domiciliari. Un cammino che quindi non porta alla maturità convenzionale del tipico romanzo di formazione, ma a una punizione, ragionevole per l’opinione pubblica, ma ingiusta per Tommaso e chi, come me, si lascia ammaliare dalla sua confessione fiume.

Il modo di parlare del protagonista nella sua rivelazione, costruito abilmente da Timothy Megaride -nome di penna dell’autore/autrice del romanzo- appare politicamente scorretto, provocatore e coraggioso. Il linguaggio adolescenziale di Tommaso è difatti volutamente grossolano, tanto, e alla lunga potrebbe persino irritare. Quindi Timothy Megaride usa un linguaggio a tratti molesto, ma è un gergo ricercato e spontaneo, perché rappresenta il modo di esprimersi di un ragazzino ancora immaturo, costretto dalle convenzioni del mondo adolescienziale a pensare, per esempio, che l’amica “che non te la da” è una stronza. La scrittura è pertanto convincente e regala la confessione di un adolescente vero, e non di un adulto che indossa la maschera di un giovinetto per raccontare un dramma vissuto durante la propria pubertà. 

Dietro questo linguaggio triviale e modo di pensare grezzo condizionato dalla massa, si nasconde la consapevolezza di ciò che è realmente etico, e Tommaso lo esprime con tutta la sua rabbia. Difatti il giovane arriva agli arresti domiciliari per un gesto, che qui non svelo, maturato dopo un percorso formativo che lo conduce a comprendere e aborrire con rabbia problematiche come misoginia, prostituzione, pedofilia, razzismo, bullismo, inquinamento. Il romanzo conduce lentamente a un paradosso: chi ha compreso la vita a sedici anni si ritrova agli arresti domiciliari addidato da tutti come un ragazzino strano e pervertito. L’opera accende riflessioni complesse, porta il lettore a pensare, a chiedersi qual è il confine tra l’etica e l’amoralità. Io quel confine lo sospingo verso l’etica perché oltre alle considerazioni sui quei temi appena citati, Adolesco è anche un inno all’amicizia, la più  bella, quella tra adolescenti a cui non frega nulla di orientamenti sessuali o politici, che vanno oltre le convenzioni sociali amando senza filtri e pregiudizi.

Non so se lo sapete, questo partito dei crocifissi è contro i gay e, voi lo capite, le pompe tra maschi sono una specialità dei gay, che a loro gli piace e sono contenti. Per farvi capire, questo assessore, che è gay perché gli piace fare le pompe, stava dentro il partito che è contro i gay. La gente è proprio strana.

Timothy Megaride inoltre utilizza un personaggio come mezzo di sfogo per vomitare la propria rabbia su temi caldi, un espediente comune nella letteratura. Un ragazzino che vive e racconta la resistenza partigiana ne Il Sentiero dei Nidi di Ragno, potente esordio letterario di Italo Calvino, il pluriacclamato in Spagna Lectura Facil, in cui Cristina Morales si sfoga mediante la voce di quattro donne disabili, John Niven che addirittura fa indignare Dio e Gesù sul marciume della società contemporanea nel suo A volte ritorno sono esempi illustri. Ci ho provato anch’io, nel mio piccolo, usando un ragazzo autistico nel mio Mia Nonna Fuma. Adolesco è quindi una denuncia sociale densa di significato da ricercare tra le parole dure della scrittura anticonformista di Timothy Megaride, che si sfoga usando abilmente un adolescente perso in un bivio tra la purezza di un bambino e la consapevolezza di un adulto. Tommaso è un giovinetto lucido ed empatico che dice le verità scomode, si ritrova incompreso e addirittura punito per un motivo ingiusto, e si riconosce in un altro adolescente più noto ma con la sua stessa sensibilità.

Allora ha fatto bene questa Greta, che poi ha la nostra età, su per giù, e glielo ha detto in faccia a parruccone che è una merda e che bisogna salvare il pianeta, però bisogna salvare anche i bambini che sono sul pianeta e anche le loro mamme, i loro papà e gli zii e nonni e compagnia cantando perché altrimenti a che serve che c’è il pianeta se poi moriamo tutti?

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