7 libri e le droghe

Inizio questo post con una premessa: non mi sono mai drogato e mai lo farò, ma per uno strano motivo mi affascina l’uso della droga nella letteratura e nel cinema. M’incuriosisce l’effetto delle droghe sulle menti di personaggi che si muovono sballati e incoscienti in esistenze quasi sempre dure. Oggi ho quindi deciso di presentare 7 libri che ho amato, qualcuno di più, in cui la droga gioca in qualche modo un ruolo fondamentale.

Ho parlato da poco di Altri libertini di Pier Vittorio Tondelli, raccolta di racconti sovversivi di inizio anni 80. Ho amato questo libro, scritto con un linguaggio crudo, violento e a tratti osceno, che a me ha ricordato i migliori Charles Bukowski e Pedro Juan Gutiérrez. I due autori più importanti del minimalismo rispettivamente statunitense e cubano, costruivano le loro storie intorno all’alcool che contribuiva all’evolversi di vite di personaggi reietti ma ricchi d’introspezione. Tondelli invece usa la droga che crea l’assefuazione che annichilisce i suoi personaggi, sognatori carismatici che riescono a convivere con le loro paure e dipendenze. I racconti della raccolta si richiamano tra di loro, sono ricchi di elementi musicali e riferimenti cinematografici che fanno da sfondo alle storie di reietti eroi narrate con rabbia da Tondelli. Un grande autore da scoprire e che riprenderò presto, unico appunto come Bukowski e Gutiérrez, peccato sia morto così giovane.

Avevo già parlato anche di Gramsci in cenere, di Alda Teodorani, un libro strano, corto e senza dialoghi, che in meno di 100 pagine racchiude la realtà di una generazione alla ricerca esasperata di una dose. Ragazzi che vivono con l’ossessione per la droga che anche in questo romanzo condiziona la vita e la morte di un gruppo di amici apatici, come il bar che frequentano, pieno di vecchi depressi e tossici. Ma come dissi quando ne parlai la prima volta, dietro la droga ci sono anche sentimenti, amore e paure celate, appunto, dalla dipendenza di ragazzi di provincia. Occhio anche alla colonna sonora del libro, per me bellissima, arricchita da pezzi di Lou Reed e David Bowie.

Amo il film Trainspotting, più del romanzo di Irvine Welsh che l’ha ispirato. La storia racchiude tutto il peggio del Regno Unito, senza filtri e giri di parole, in modo oggettivo. L’abuso di alcool e droga, il cinismo, il paternalismo e il politicamente scorretto che nascono nel libro vengono riprodotti alla perfezione da Danny Boyle, ma a mio avviso con una differenza chiave: l’introduzione di un’estetica. I colori, la fotografia e soprattutto la musica -eccellente la colonna sonora– hanno reso quasi piacevoli e divertenti le disavventure dei protagonisti che nel libro sono sporche e moleste a causa dell’eroina che corrode le loro esistenze. Comunque, da appassionato di letteratura, rispetto (pur non amandolo) questo libro che ha dato vita a uno dei miei film preferiti.

7 è una raccolta di racconti che mi ha ricordato la serie Black Mirror. Racchiude storie con realtà distorte, luoghi e circostanze a volte surreali ma possibili. Il primo racconto ruota intorno a una droga che ti permette di rivivere quando eri più giovane. Ti sballi, scegli l’età e vivi un trip del passato. La storia è strana e una figata, come gli altri racconti, ma è l’unica in cui la droga ha un ruolo importante. Consiglio comunque tutta la raccolta.

Bastogne è un romanzo crudo e violento che descrive vite vuote che tentano di riempirsi di droga e apatia. Definito dalla critica romanzo noir, pulp e uno dei libri cardini del ‘cannibalismo’ letterario italiano, per me Bastogne è semplicemente un pezzo della mia adolescenza, una delle opere migliori di Brizzi in cui la droga condiziona la vita di giovani ribelli.

Chiudo con due opere in cui la marjiuana ha un ruolo secondario ma contribuisce in modo esilarante alla storia. In A volte ritorno Dio un giorno si rende conto del marciume che attanaglia la sua creazione, e rimanda Gesù sulla terra a ricordare all’essere umano il suo unico messaggio da rispettare: “fate i bravi”. Gesù decide di lasciare la sua chitarra che suole strimpellare con Jimi Hendrix tra uno spinello e l’altro per ubbidire al volere del padre irato. L’uso dell’erba tra Gesù, anime di artisti morti da anni e il dialovo, fa da sfondo a questa satira sociale esilarante, che racconta l’essenza pura della religione in realtà inesistente, poiché fagocitata dal bigottismo.

Il settimo libro di questo post racconta la storia di un professore di un corso di scrittura creativa, marijuana e sesso dipendente, che vive una crisi che gli impedisce di completare il suo atteso nuovo romanzo, Wonder Boys. Quel libro non vedrà mai la luce, forse, per colpa di un trip senza fine in compagnia del suo editore stravagante -un altro sesso ed erba dipendente- e uno studente del suo corso, depresso, bugiardo cronico e amante improvviso dell’editore. In Wonder Boys la marjiuana condiziona l’evoluzione di due vite create in un’altra opera imperdibile della penna imprevedibile di Michael Chabon.

E voi vorreste segnalare romanzi dove la droga gioca un ruolo importante o solo marginale?

8 commenti

  1. ammetto che mi ha incuriosito questa tua “passione”, che è la stessa che ho io, anche se a differenza tua, qualcosina ho provato. Detto questo, vorrei consigliarti ” Quel Primo Passo” di Carlo Taglia, un libro crudo, che racconta la sua esperienza, e che mi ha lasciato a tratti, senza fiato.

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  2. Ciao. Sono un giovane (29anni è considerabile tale?) Ex tossicodipendente Milanese. Se vuoi leggere un libro sulla droga per me assolutamente fondamentale, ti straconsiglio il romanzo autobiografico di Francesca Tassinari “Come Mosche nel Miele”, un viaggio nella dark side of Milano ad altissimo impatto emotivo che racconta tutto il viaggio della autrice dai 14 anni ai 20 negli anni 90, come raggiunge lentamente l’eroina per poi uscirne nel 2000 grazie alla comunità che, per assurda coincidenza è la stessa che ha salvato me 20 anni dopo…fidati. Spero lo leggerai perché è davvero un capolavoro. Con stima ed affetto,
    Dario

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