Incomprensioni letterarie III – 7 Best Seller che proprio no

Sto per caso dedicando i miei post di ottobre a letture deludenti. Dopo V.M. 18 di cui ho parlato nel mio post precedente, oggi infatti tratto un’altra delle mie incomprensioni letterarie, presentando 7 best seller che non mi hanno convinto. Premetto che tendo a non leggere fenomeni commerciali, come per esempio i libri di Dan Brown, quelli di Stieg Larsson o le varie saghe fantasy. Tuttavia ogni tanto cado nella trappola del Best Seller scegliendone qualcuno tra quelli che se ne stanno lontani da me nell’infinito e affascinante mondo letterario “osservandomi” diffidenti per colpa dei miei gusti complicati, per il consiglio di un amico o la lettura di recensioni sorprendenti su blog che seguo.

burundanga

Inizio con un fenomeno commerciale che ha ricevuto consensi da parte di pubblico e critica, e di cui è stato tratto un film diretto da David Fincher: L’amore bugiardo (Gone Girl) di Gillian Flynn. Mi è stato consigliato da vari amici e dico subito senza fronzoli che l’ho trovato una perdita di tempo. Il romanzo il cui titolo italiano svela contenuti della storia che si dovrebbero scoprire a poco a poco durante la lettura, racconta una vicenda poco credibile, per me a tratti tediosa, che mi ha annoiato fino all’ultima pagina, vissuta da personaggi apatici coinvolti in una passione incomprensibile che a tratti cela odio. Salvo la bravura di David Fincher a riprodurre alla perfezione le atmosfere (tediose) del romanzo nella sua pellicola.

La copertina de Il suggeritore di Donato Carrisi che vedevo ovunque tra blog di letteratura e profili social che parlano di libri e che seguo, mi ha lasciato indifferente per parecchio tempo. Ma le recensioni a quel romanzo si moltiplicavano, crescevano giorno dopo giorno, tutte positive convincendomi a superare il mio pregiudizio sui thriller best seller e immergermi nella lettura di questo fenomeno commerciale. Il problema che ho trovato in questo libro è l’evoluzione dei misteri che crescono esponenzialmente con il numero delle pagine. L’autore aggiunge continuamente nuovi enigmi a quelli già scritti, nuove pagine che annullano i sospetti che si avevano 50 pagine prima o le certezze acquisite 80 pagine prima, rimescolando continuamente le carte confondendomi e innervosendomi.

Quando iniziai a leggere La meccanica del cuore di Mathias Malzieu mi aspettavo una sorta di Edward mani di forbice scritto con la bravura e le atmosfere magiche del miglior Tim Barton. Mi sono invece ritrovato un libro con uno stile (non me ne vogliate) per me infantile che racconta una storia persino piu tediosa de L’amore bugiardo, senza magia e introspezione che non ho mollato per rispetto all’estetica dell’opera.  

Il prossimo romanzo best seller che non mi ha convinto forse causerà un calo del numero di lettori abituali dei miei post. Ma siamo qui anche per provocare un po’ e scambiare qualche opinione sullo straordinario mondo della letteratura così vario da generare pareri contrastanti anche tra lettori forti. Conosco veramente poca gente che non ha amato L’ombra del vento di Carlos Ruiz Zafón e io non l’ho odiato come i tre romanzi precedenti, ma l’opera non mi ha preso. Sarà per le aspettative che avevo grazie ai commenti lodevoli di chi ha amato il romanzo, fatto sta che io l’ho trovato noioso per lo stile prolisso di Zafón e le lunghe storie nella storia che mi distraevano dalla lettura. Inoltre reputo il finale troppo frettoloso per un libro di questa mole.   

Passo ora a uno scrittore che ogni volta che pubblica un nuovo libro vende milioni di copie in tutto il mondo: Stephen King. Quando lo leggevo da ragazzino non mi piaceva perché non comprendevo i finali dei suoi romanzi, mentre da adulto ho iniziato a considerarlo un autore per adolescenti. Visto che qui parlo di libri che mi hanno deluso e non di autori, cito il suo primo romanzo pubblicato che mi ha provocato lo stesso effetto di tutti gli altri: Carrie. Mi ha lasciato un vuoto profondo dopo avermi annoiato per la storia, i dialoghi dei ragazzi e le lunghe descrizioni a mio avviso inutili. Di Carrie almeno mi resta il ricordo della grandiosa trasposizione cinematografica di Brian De Palma.   

Vale lo stesso per Alessandro Baricco che non vende le copie di Stephen King ma mi annoia allo stesso modo. Gli ho dato varie possibilità perché ho amato il suo 900, ma dopo di quello ho trovato il vuoto, uno strazio immane per stili e contenuti. Cito uno dei suoi titoli per me più letali in termini di tedio: Seta.

Chiudo con un romanzo di un altro grande nome statunitense che ha vinto anche un Pulitzer: Canada di Richard Ford. Il libro inizia col botto con questa frase del protagonista: Prima di tutto parlerò della rapina commessa dai nostri genitori. Poi degli omicidi, che avvennero più tardi. Il problema è che l’opera mi è parsa lenta, con un ritmo che non ha mantenuto alta la mia attenzione come nella prima pagina. La maggior parte degli aneddoti raccontati hanno difatti annichilito la mia concentrazione durante la lettura. Di Ford voglio comunque leggere altro e ripartirò dal suo Sportswriter, l’inizio di una quadrilogia il cui secondo volume vinse il Pulitzer nel 1996.

E voi avete odiato un Best Seller di fama mondiale che vorreste segnalare?

24 commenti

  1. “L’ombra del vento” di Carlos Ruiz Zafón? Oh, quanto mi ha delusa, anche se, forse, rileggendolo oggi, riuscirei ad apprezzarlo di più. I bestseller che non mi sono piaciuti sono sin troppi: mi limito a citare “Chiamami col tuo nome” e Elena Ferrante (non mi ricordo neanche il titolo dell’unico suo libro che ho provato a leggere).
    Ti saluto, prima che arrivi una folla inferocita, e ti ringrazio per il tuo coraggio!

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  2. Personalmente, avevo regalato “Outsider”, sempre di Stephen King. Poiché rimaneva intonso, per curiosità me lo sono letto io ed ho trovato l’inizio intrigante e ben scritto, ma la seconda metà del libro e il finale deludenti (opinione personale). Ho preferito altri suoi lavori più giovanili, anche se verso l’autore non provo una così grande attrazione, ma ovviamente de gustibus. 🙂

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  3. Rifuggo dai best seller, come rifuggo dalle recensioni dei molti, sulle quali non mi trovo mai d’accordo. Leggo molto, non ho amato King, sono d’accordo su Baricco e sull’Ombra del vento. Di Zafon o ne ho però adorati altri. Adoro Dan Brown e Ken Follet, non tutti e non quelli troppo spy, troppo maschili, passatemi il termine. La trilogia della Ferrante mi è piaciuta, ma va a gusti. Di solito sfoglio, leggo qualcosa e poi acquisto. Con l’ebook è molto più facile, ne ho a centinaia ed mi sento meno in colpa a scartarli dopo un paio di capitoli.

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  4. Anch’io coltivo una certa allergia per i best sellers…. Ne ho letti pochissimi, quindi… E credo che nel mio blog si contino sulle dita. Di quelli che citi, salvo a malapena Zafón. Ferrante proprio no. Si a John Williams, il cui Stoner è diventato best. Ma per risollevare la categoria, nonostante fossi stra prevenuta, promuovo la Perrin.

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  5. “Meccanica del cuore” è una delle perdite di tempo più “senza capo né coda”, o con capo e coda nei posti dove non servono, che abbia mai letto! E ci credevo eh: la copertina dell’edizione francese era bellissima e il “teaser” con le parole sul cuore erano promettentissime: a leggerlo, però, quaaaaaaanta noiaaaaaaa, e quanta assurdità di comportamenti nei personaggi… e sì, che stile elementare: davvero, neanche i “pensierini” dei bimbi…

    “Seta” è una camomilla per addormentarsi…

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  6. Non sono molto da Best Seller, a meno di non intendere come tali anche i “classici”, fra i quali qualcuno è nel tempi diventato tale! E comunque a me King – “IT” soprattutto – piace(va) parecchio, lo trovo un fantastico autore non di horror, ma di quel tempo fra l’infanzia e la maturità assai nebbioso e incerto che va sotto il nome di adolescenza.

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  7. Anch’io, di solito, diffido dai best sellers. Non sopporto Baricco, non ho letto Zafon, ma difendo King, che ha scritto tantissimo e non sempre belle cose, ma che è sicuramente un grande autore, per le tematiche che tratta e per la potenza della sua immaginazione.

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      • Io ho letto, negli anni, diversi suoi libri. Alcuni mi sono piaciuti, altri no. Io non ho una grande passione per il soprannaturale, per il paranormale etc, ma devo riconoscere che lui è un maestro nel suo genere e ha saputo creare storie bellissime e soprattutto dar vita a un vero e proprio mondo scaturito dalla sua fantasia. Quanto allo stile, è difficile giudicarlo in traduzione… direi che è scorrevole, senza particolari ambizioni di prosa letteraria.

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  8. A me Zafòn piace, anche se a volte è un po’ prolisso.
    Per quanto riguarda Seta, devo dire che l’ho apprezzato molto
    Ho letto Il suggeritore anni fa e non ricordo nulla, per cui non deve avermi colpita in modo particolare
    L’autore che considero di una noia mortale è Andrea Vitali- Quando lessi il suo primo romanzo, anni e anni fa, mi parve di aver trovato un Piero Chiara lariano, ma poi mi accorsi che tutti si assomigliavano

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