… Vedete voi la vita di un uomo come dev’essere gestita dagli dèi che dovrebbero pure vegliare su di noi, maledetti loro, cioè maledetto me, vedete voi se la vita di un uomo deve essere tesa nella direzione opposta alla sua volontà. …
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Autore: Valeria Parrella Pagine: 112 Anno: 2012 Casa Editrice: Einaudi Disponibilità: Libro cartaceo e versione digitale Dove acquistarlo: Einaudi |
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Spulcio la mia lista di libri da leggere e indeciso tra l’ultimo di Chuck Palahniuk e un romanzo di Simona Vinci di cui ho deciso di leggere tutto, scelgo un libro che non mi dice nulla. Ho sentiro parlare dell’Antigone greca, ma non ricordo come sia arrivata in quella lista. Avrò forse scoperto il libro su un profilo Instagram che seguo e di cui mi fido, ho pensato. Inizio così a leggerlo senza sapere di cosa si tratti e con le aspettative alle stelle come mi capita spesso quando scelgo un romanzo dalla mia lista. Inizio e non capisco quasi nulla, mi ritrovo di fronte a una sceneggiatura. Beh, mi dico, in fondo il titolo è uguale a quello di una celebre sceneggiatura di una tragedia greca, cos’altro mi potevo aspettare? Così continuo a leggere con la rabbia che a poco a poco inizia a sovrastare l’entusiasmo fino a quando mi rassegno visto che il libro è corto e mi trovavo già al 20% di lettura dell’ebook. Valeria Parrella difatti riscrive l’Antigone di Sofloche in chiave moderna.
Gli esseri umani vivono esausti e perplessi, stanchi del loro ruolo in una società che non accettano. Società che potrebbe essere la Grecia della tragedia di Sofocle o l’Italia bigotta di Valeria. Il libro tratta l’eutanasia dei giorni nostri usando personaggi remoti, lo fa con dolcezza e rispetto, ma il romanzo non mi ha preso, troppo corto, troppo telegrafico, non ha contenuti che aiutino a capire l’identità della scrittrice e il suo stile.
È vero che l’autrice ci vuole presentare l’Antigone di oggi che libera il fratello dai mali che vive in un limbo tra la vita e la morte, ma mantiene -giustamente- la struttura da sceneggiatura della tragedia originale. Il problema è che io non conosco l’Antigone di Sofloche e quindi mi sono annoiato perché il romanzo non mi ha trasmesso nulla. In una raccolta di racconti l’avrei apprezzato di più, perché l’originalità dell’idea di cui riconosco la genialità l’avrei gradita in mezzo ad altre storie che magari mi avrebbero ripreso dal sopore. Consiglio il romanzo a chi conosce l’Antigone di Sofloche per poter apprezzare la bravura dell’autrice in questo progetto. Io cercherò l’opera di Sofloche per rivalutare il lavoro di Valeria o leggerò qualcos’altro di suo per scoprire lo stile dell’autrice. Per il momento non vedo l’ora di leggere l’ultimo libro di Palahniuk. Chuk, almeno tu, non deludermi.
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Non leggo Parrella. Non so perché, ma non mi convince…
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Credo che non convinca nemmeno a me, per adesso.
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[…] La mia recensione completa di questo libro che non ho capito a fondo si trova qui. […]
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