Ali Smith

Inizio a parlare di una delle penne contemporanee più alternative citando la prima frase della mia mini recensione al suo Estate: si può parlare di Brexit, Covid e immigrazione senza essere patetici e innervosire. Ali Smith lo fa e per questo per me, piaccia o no, è un’autrice unica, forse a volte troppo alternativa, ma visionaria ed elegante. 

Ali Smith prende la realtà, una qualsiasi di un britannico -potrebbe essere persino la sua stessa quotidianità- circondato dai propri cari, e ne racconta i momenti più significativi esaltando i difetti dei nostri tempi: l’uso spasmodico dei social, l’immigrazione fuori controllo e, in generale, le bassezze della vita, che vengono riportati nei suoi romanzi e descritti con un’eleganza invidiabile. I dialoghi nei suoi testi a volte sembrano banali ma nascondono tanto: emozioni, paure, vite di adolescenti che faticano a crescere, rapporti interpersonali complicati, bellissimi per esempio quelli di Like, l’esordio letterario di Ali, e Primavera, terza opera della quadrilogia dedicata alle stagioni, tra una ragazzina con sua madre e con una sconosciuta incontratata su un treno, rispettivamente. Usa inoltre modi di parlare al passo con i tempi, i ragazzini si inviano messaggi con emoticon per esempio. È un’autrice adatta a chi ama di più lo stile della storia, leggerla a volte è come guardare un film di Wes Anderson.

Tra i suoi scritti controcorrente cito gli inizi della sua quadrilogia, sempre particolari: un corpo su una spiaggia immobile e cosciente in Autunno, uno di quei puntini che a volte sembrano muoversi davanti agli occhi travestito da donna in Inverno, una bambina che è stata sepolta sotto le foglie in Primavera, una ragazza che regala un’affascinante riflessione sull’indifferenza in Estate. Non è facile seguire le quattro stagioni di Ali perché vengono narrate attraverso pensieri, ricordi e dialoghi frammentati nel tempo che bisogna ricomporre con pazienza per apprezzare la storia. Difatti solo i lettori pazienti possono amare la sua prosa. Io comunque non sono un lettore paziente, ma riesco ad amare lo stesso le opere di Ali Smith, autrice enigmatica e abile come pochi.

Un altro pezzo alternativo di Ali che vorrei segnalare è il suo L’una e l’altra (titolo originale How to Be Both). Chi si ritrova per le mani due copie di questo libro potrebbe imbattersi in due inizi diversi che raccontano una storia, anzi due storie parallele che s’incrociano pur essendo ambientate in epoche distinte. Infatti l’ordine degli eventi cambia a seconda della copia del romanzo. La prima pagina potrebbe avere il disegno di una telecamera che introduce una vita moderna, oppure di un fiore con gli occhi che apre un’esistenza di un passato remoto. L’una e l’altra racconta come due vite possono essere la stessa, ma senza spiegare come. L’unione dell’una e dell’altra s’intravede di tanto in tanto, si nasconde dietro a una prosa elegiaca che la sussurra al lettore. 

Un altro esempio lampante dell’originalità di Ali Smith è Voci fuori campo (traduzione bruttina di The accidental) che racconta la storia di una famiglia disfunzionale costituita di elementi stravaganti che un giorno, in vacanza nell’affascinante country side britannico, ricevono la visita di Amber, una ragazza misteriosa che cambierà loro la vita. Padre, madre, figlia e figlio, scoprono e vivono all’improvviso le loro identità nascoste grazie all’incontro con Amber. Ali Smith racconta difatti rapporti familiari difficili senza mai perdere la sua eleganza e originalità. Un altro esempio di famiglia disfunzionale lo troviamo in Inverno. Qui la famiglia è composta da un blogger alla ricerca di pirati di copyright da segnalare alle aziende, una madre depressiva con l’istinto materno di una scarpa, una zia fricchettona e una falsa fidanzata piena di piercing da presentare alla madre la notte di Natale. La famiglia disfunzionale vive nel Regno Unito post Brexit -guarda caso- litiga, si racconta e si confronta anche su temi delicati come il cambio climatico e gli immigranti. 

Un altro esempio di relazione familiare complicata è Like. Il romanzo racconta le storie di Amy e Ash che avvengono in momenti e luoghi diversi, storie stravaganti e affascinanti, che scorrono in parallelo ma si richiamano a vicenda. Amy, Ash e le loro famiglie eccentriche viaggiano per l’Inghilterra e la Scozia in un libro dove la storia passa ancora in secondo piano, grazie a una prosa che sembra poesia. Like, come accennato prima, è l’esordio letterario di Ali Smith, bello come la libertà di Amy e la tenerezza di Ash. Ora però mi prendo una pausa dai suoi libri, Ali è una bella penna ma intensa e difficile, difatti non la consiglio a tutti, solo ai lettori pazienti, appunto, o a quelli meno pazienti ma che cercano letture non convenzionali, come me. 

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