Oggi segnalo altri sette libri di autori spagnoli di cui ho parlato sul mio profilo Instagram @mia_nonna_fuma. Ribadisco che la Spagna è un Paese a me molto caro, visto che ci ho vissuto per dieci anni e non escludo un mio possibile ritorno. Inoltre mia moglie è di Barcellona e quindi parte della mia famiglia si trova lí. La mia passione per la letteratura spagnola è stata pertanto arricchita da consigli preziosi di gente che quella letteratura la conosce bene.
Conoscete qualcuno di questi libri?
| La famiglia del romanzo di Sara Mesa è apparentemente normale ma dentro le mura domestiche diventa disfunzionale. L’autrice spagnola racconta frammenti di vita del padre, la madre e i loro quattro figli senza profondità, aneddoti che ci fanno intendere la doppia faccia di questa realtà che potrebbe essere la famiglia di uno qualsiasi dei suoi lettori. La profondità in questo libro non serve, perché Sara Mesa riesce a trasmettere il messaggio in poco più di 200 pagine con una scrittura piacevole ed essenziale. L’autrice spagnola mi aveva deluso con il suo Cicatrice, uno dei peggiori libri letti e segnalati nel 2023, ma con quest’opera mi ha conquistato. Adesso sono curioso di leggere altro di suo per decidere se collolarla tra i grandi segnalati su Mia Nonna Fuma. Stay tuned… |
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Una delle cose che amo di più nella letteratura è scoprire la Storia attraverso la narrativa. Un esempio che mi piace citare è la nascita di Israele raccontata nei romanzi di Philip Roth. Un altro esempio è la guerra civile spagnola e la dittatura di Franco raccontate da Almudena Grandes. Qui la narrazione è lucida e oggettiva, il lettore ragazzino di Jules Verne, protagonista di questo romanzo, vive la Storia spagnola tra la fine degli anni 40 e l’inizio degli anni 70 e la racconta mentre cerca di capirla. La vita è dura e ingiusta, lui lo capisce e si rifugia nella letteratura per sopportarla. La scrittura di Almudena è piacevole, la lettura fluisce senza annoiare tra le riflessioni di un adolescente che maturano con lo scorrere delle pagine. Non so ancora se l’autrice mantiene questa lucidità oggettiva anche negli altri suoi romanzi storici, vedremo. |
| Avete presente quei post con libri buttati nel cestino della spazzatura che parlano di romanzi odiati? Ecco io quei post li odio, ma con questo libro ci sono stato vicino, tanto. Perché ho trovato Tostonazo (non esiste ancora la versione Italiana) brutto, così brutto da non voler perdere tempo a trovare un aggettivo meno ovvio, più brutto dei mercatini di Natale pieni di gente che ti sballottano tra gli stand con Babbo Natale e quelli con il Grinch. Non salvo nulla, i personaggi sono fastidiosi e vengono descritti dal protagonista, che è ancora più fastidioso, con un’ironia cercata dall’autore ma non pervenuta. Gli aneddoti sono grotteschi e non apportano nulla a una storia che non decolla mai. Credo che l’autore dopo il trionfo de “Gli schifosi” (meritato) abbia scritto questo strazio solo per approfittare di quell’ondata di successo che ne ha incrementato le vendite. Peccato che questo progetto sia stato pubblicato da Blackie Books, casa editrice che rispetto e a cui darò altre possibilità. Anche se con un altro libro del genere rischia di finire nella lista nera insieme a Mondadori. |
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Ho un problema con Sara Mesa: mi annoia. Mi è successo con 2 libri su 3. Avevo apprezzato La Famiglia, ma la noia causata dagli altri due è stata tanta, così tanta da cancellare quell’ammirazione che avevo. Devo ammettere che non è facile scrivere una storia interessante e non banale con un titolo così semplice. In effetti Sara Mesa riesce a creare un amore strano, angosciante, un amore che incuriosisce perché nasce ed evolve in modo non convenzionale. Ma tutto è maledettamente lento: dialoghi, pensieri, caratterizzazione dei personaggi, il ritmo della storia. Una noia mortale, appunto. |
| Leggendo questo libro ho pensato a un puzzle: parti diverse tra loro che creano la stessa immagine. Qui un libro di formazione, un thriller, una storia di spionaggio, un dramma familiare, un romanzo storico creano la stessa storia, una storia profonda e spiazzante. Lo stile di Marias è criptico, lascia il lettore in una continua attesa di un dramma che sta per sconvolgere i protagonisti ricordandomi il miglior Kafka. Consigliato non solo agli amanti di puzzle e Kafka. |
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Oggi vado subito al dunque: questo libro è pura follia. L’autore scrive una collezione di racconti e riflessioni prese da un diario che compongono una storia frammentata nel tempo, e riesce a nascondere il genere del romanzo. Anzi il genere se lo può scegliere direttamente il lettore a seconda del suo stato d’animo. Dopo il fallimento di Tostonazo (forse e per fortuna non tradotto in italiano), ho fatto la pace con Blackie Books. Agnes è uno di quei libri che vorresti raccontare alla prima faccia amica che ti ritrovi davanti subito dopo averlo letto. Consigliato. |
| Ho pensato che stessi leggendo una storia di M. Night Shyamalan scritta da Chuck Palahniuk. Ma è un pensiero che sminuisce il merito di Layla Martínez che ha scritto, in poco più di 100 pagine, una storia di terrore con cinismo e intelligenza. I fantasmi fanno paura così come la violenza e il bigottismo, ma grazie allo stile pungente di Layla riescono anche a strappare un sorriso. Consigliato. | ![]() |








Di questi libri ho letto (in italiano, però) La famiglia, che si lascia leggere ma non mi ha entusiasmato, e Berta Isla. Sono una grande ammiratrice di Javier Marias, un grande scrittore. Il suo ritmo lento non piace a tutti, ma per me è davvero affascinante. Come certo saprai, Berta Isla ha un seguito, Tomas Nevinson
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lo conosco ancora poco, ma vorrei leggere altro di suo. È vero, ha un ritmo affascinante.
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Ho letto anch’io La famiglia che, concordo con Marisa, è una buona opera ma brilla particolare. Marias è certamente un grande scrittore ma lo trovo faticoso.
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vedo che Sara Mesa non entusiasma tanta gente, ma in Spagna sta avendo un grande riscontro, piace molto.
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Il romanzo mi è piaciuto, ma mon dico uauuuuu
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