Tanti appassionati di Dylan Dog non sono soddisfatti di quanto è stato pubblicato dopo il numero 100. Io, invece, faccio parte di quelli che hanno trovato ancora molte storie valide anche dopo quella soglia. In questo post ho deciso di segnalare 7 albi che ho amato particolarmente tra il numero 101 e il 200. Per me, il vero declino della serie è iniziato dal numero 201 in poi.
Menzione speciale all’albo La prigione di carta, numero 114, una storia bellissima di Medda e disegnata da Piccatto che omaggia il grande Charles Bukowski. Sarebbe stato l’ottavo posto.
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7
Opera di Sclavi disegnata da Brindisi, Ghost Hotel, numero 146, è una storia intrisa di quella malinconia profonda che Sclavi sa trasmettere così bene quando è in forma (mi ha ricordato Dellamorte Dellamore). L’ambientazione è un limbo sospeso tra la vita e la morte, dove i fantasmi, prigionieri del passato, cercano la redenzione con l’aiuto di Dylan Dog.
6
Paola Barbato per me è l’unica autrice capace di non far rimpiangere le lunghe assenze di Sclavi. Il suo Il numero duecento, numero, appunto, 200, ancora una volta illustrato da Brindisi, svela alcuni degli aspetti più affascinanti del passato di Dylan (come l’incontro con Groucho), chiarendomi finalmente la confusione che mi aveva lasciato il numero 100.
5
Il volo dello struzzo, numero 109, scritto da Marcheselli e Sclavi, e disegnato da Freghieri, è un on the road che Dylan intraprende insieme a un folle ex amico che si lacera la bocca con un rasoio per disegnarsi un sorriso, e a un freak verso un’isola impossibile, dove gli struzzi riescono a volare. Un’opera bellissima, che segna il ritorno di Sclavi dopo diversi anni di assenza.
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4
Un’altra storia firmata da Paola Barbato, l’unica valida alternativa a Sclavi presente in questa classifica. Con Lo specchio dell’anima, numero 169, ci propone un racconto in cui Dylan si cala nei panni di un inquietante scrittore. È un noir avvincente, egregiamente illustrato da Mari, ricco di colpi di scena che tengono incollati alle pagine fino all’ultima vignetta.
3
Ci sono storie alla Sclavi, le mie preferite, quelle a cui faccio fatica ad assegnare un genere. Sono quelle surreali, ma scritte così bene da sembrare reali. Tre per zero, numero 125, è una di queste: Sclavi, accompagnato dai disegni di Brindisi, racconta una crisi economica legata all’assurda teoria di uno scienziato che dimostra a modo suo come tre per zero faccia tre.
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2
Un altro esempio di storia alla Sclavi è il bellissimo Apocalisse, albo numero 143, dove Sclavi, stavolta accompagnato dai disegni di Casertano, omaggia Il Regno, un’opera di un altro grande, Lars Von Trier. L’albo racconta le vicende di un ospedale stregato, dove un gruppo di personaggi bizzarri attende l’apocalisse insieme a Dylan.
1
Con il duo Marcheselli e Sclavi sono stato molto critico riguardo ai loro albi più importanti, Il lungo addio e Johnny Freak, e qui spiego il motivo. Tuttavia, con questo celebre duo ho fatto la pace dopo il numero 100, grazie al già citato Il volo dello struzzo e al meraviglioso Finché morte non vi separi, numero 121, tutto a colori per celebrare i dieci anni dall’uscita del fumetto. Anche quest’albo è stato illustrato da Brindisi, il disegnatore più presente in questa classifica, e racconta la storia d’amore più tormentata di Dylan, sullo sfondo di un’Irlanda martoriata dall’IRA, e rivisitata da Sclavi ancora con il suo impeccabile stile.
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E voi vorreste segnalare qualche Dylan Dog uscito dopo il numero 100 che vi ha particolarmente colpito?








