Dellamorte Dellamore – Recensione

… è la morte che cerchi nella notte chiara, la cerchi per dirle quanto la ami ancora e che sei il suo schiavo e che lei è sovrana… la morte…la morte… la morte puttana …
Autore: Tiziano Sclavi
Pagine: 174
Anno: 1991
Casa Editrice: Camunia
Disponibilità: Libro Cartaceo e Versione E-book
Dove acquistarlo: Amazon

Francesco Dellamorte è il guardiano del cimitero di Buffalora dove i cadaveri si risvegliano entro i primi sette giorni dalla propria morte. Trascorre le sue giornate riuccidendo quegli esseri che non accettano la morte e a volte, per portarsi avanti con il lavoro, sterminando gente viva per prevenire il loro ritorno, con l’aiuto del suo assistente muto Gnaghi, in grado di esprimersi solo con uno gna. Francesco Dellamorte nel mondo letterario di Tiziano Sclavi ha anche ispirato il suo personaggio più famoso, Dylan Dog. Anticipa difatti la malinconia, l’ironia, e il legame del protagonista con la morte e l’amore, che popolano le storie dell’indagatore dell’incubo. In realtà il libro è stato pubblicato dopo la nascita del fumetto, ma il personaggio di Francesco Dellamorte venne creato prima di Dyaln Dog. Il parallelismo tra il guardiano del cimitero di Buffalora e l’indagatore dell’incubo di Londra è imprescindibile per un appassionato di Tiziano Sclavi, perché il secondo eredita l’orrore vissuto con poesia dal primo, trasferendolo dalla letteratura al fumetto.

Dellamorte Dellamore è per me un libro bellissimo, dolce e cattivo, scritto con il solito stile conciso di Sclavi. Una storia creata con i pensieri dei personaggi, gli stacchi improvvisi che descrivono parti del romanzo come una sceneggiatura che coinvolge il lettore, i dialoghi, le voci fuori campo, i disegni inconfondibili di Angelo Stano che aprono i capitoli insieme alle filastrocche sulla morte così note, appunto, agli appassionati di Dylan Dog. Dellamorte Dellamore è per me anche un film bellissimo, quella pellicola malinconica e ben riuscita che tutti gli appassionati delle opere di Sclavi si aspettavano per l’indagatore dell’incubo. Tuttavia nel caso di Dylan Dog i diritti vennero venduti all’americana Miramax che creò un film inutile e modesto più adatto aggli appassionati di Buffy l’ammazzavampiri e Blade, ma quella è un’altra storia.

La versione letteraria di Francesco Dellamorte è più cinica e cattiva, meno romantica ed empatica di quella cinematografica. Il personaggio è più cupo e solitario e sovrasta lo spessore che hanno nella pellicola Gnaghi, i morti e l’amore che l’ossessiona interpretato da Anna Falchi. È quindi una versione diversa che consiglio di scoprire anche a chi ha già visto e apprezzato solo il film.

13 commenti

  1. Mi avevano prestato il libro, subito dopo aver visto il film. Qualche differenza c’era (ovvio), però mi sembra che la trasposizione non sia stata affatto male. 🙂

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  2. Il rapporto tra Dylan è Francesco, che hai saputo analizzare molto bene, è decisamente interessante: sarebbe interessante poter studiare a fondo il meccanismo che ha portato Sclavi verso la creazione di un eroe meno cupo e più romantico, seppur, a modo suo, maledetto.

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    • Secondo me ha voluto creare un unico personaggio dalla doppia personalitá, una sorta di dottor jekyll e mister hyde, e il Francesco Dellamorte del film è un punto d’incontro tra i due. Almeno questa è la mia idea, è difficile interpretare Sclavi, sempre criptico nei suoi scritti. In fondo a me piace molto anche per questo.

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