Frammenti di Burundanga

Tratto da Burundanga, anno 2012 – Quando perdemmo di vista la luna

burundanga

Fui costretto a iniziare un mio personalissimo piano anti crisi che prevedeva tagli per le spese più futili. Tra queste c’era il mio mensile taglio di capelli dal mio fidato parrucchiere, sicuramente bravo ma alquanto caro. Decisi di sostituirlo con una delle due alternative che c’erano vicino al mio appartamento, e che avevano attaccato all’ingresso del proprio negozio un allettante cartello con scritto che il taglio di capelli per uomo costava cinque euro. Le due alternative erano il cinese sotto casa mia e l’arabo sul lato opposto della strada. Decisi di investigare sulle due alternative che mi ritrovavo di fronte; iniziai con il cinese.

L’ingresso mi diede la sensazione di essere appena entrato in uno squallido bordello di Hong Kong per le sue pareti rosse, i suoi vari tavoli con dei grandi vasi pieni di fiori, e con un intenso profumo di lavanda, dove una signora in sovrappeso, che faceva generosamente vedere il suo vistoso seno, stava limando le unghie di un’altra signora di mezza età. Il parrucchiere cinese m’invitò a entrare in una sala interna con due sedie da parrucchiere dove si potevano sedere i clienti, e un grande divano rosa con due ragazze cinesi bruttine e sorridenti che, masticando una vistosa gomma di colore violaceo, allusero in un improvvisato spagnolo ricco di L a una sorpresa finale disponibile aggiungendo la modica cifra di tre euro ai cinque spesi per il taglio di capelli. Un po’ per lo squallore del posto e un po’ per il possibile incremento di tre euro per la curiosa e disponibile sorpresa finale, decisi di investigare l’altra alternativa che mi ritrovavo di fronte: l’arabo.

L’ambiente mi ricordava un vero e proprio negozio di un parrucchiere, decisamente non elegante e considerando che il taglio uomo costava solo cinque euro, non potevo aspettarmi un ambiente gradevole e profumato; decisi quindi di fermarmi proprio lì per il mio mensile taglio di capelli. Il parrucchiere era impegnato facendo la barba a un anziano signore, dopo sarebbe toccato a un grasso individuo che indossava una maglietta Adidas degli anni ’70 di un colore giallastro il cui colore originale potrebbe essere stato blu e leggermente attillata, e infine sarebbe stato il mio turno. Il grasso individuo stava leggendo una triste rivista di gossip spagnolo dal titolo italiano, scelta commerciale per rendere tale rivista più cool probabilmente; l’occhio mi cadde su una di quelle pagine raffigurante una prorompente ballerina e poi sui pantaloni del grasso individuo dove iniziò a intravedersi una leggera erezione. Arrivò all’improvviso un altro cliente che puzzava d’alcool e che provava a parlare in modo poco efficiente lo spagnolo con un forte accento inglese. Durante la mia attesa seduto tra un grasso individuo vistosamente eccitato per una prorompente ballerina di una rivista gossip e un inglese ubriaco, la mia attenzione venne improvvisamente attratta da un video su YouTube proiettato su un computer poggiato su un tavolo proprio di fronte ai miei occhi. In quel video ebbi la fortuna di vedere un concerto di un cantante arabo dal dubbio talento e successo. Era una specie di versione araba di Gigi d’Alessio che cantava in una specie di versione araba del festival di Sanremo trasmessa su Al-Jazeera e caricata su YouTube da qualche accanito fan. Dopo il video della versione araba di Gigi d’Alessio, seguirono a rotazione altri video memorizzati nella playlist del parrucchiere; precisamente quello di un gattino dalla voce meccanica che diceva I love you darling e l’inizio di una telenovela araba che al confronto Un posto al sole avrebbe fatto un figurone a Cannes tra un tributo a Fellini e la proiezione dell’ultimo film di Takeshi Kitano. Tutto questo accadde in più o meno venti minuti che sembrarono un’eternità, venti minuti necessari al parrucchiere arabo per completare la barba dell’anziano signore e il taglio di capelli del grasso individuo. Quell’eternità divenne ancora più lunga quando finalmente arrivò il mio turno e il parrucchiere dovette urgentemente pregare, e lo fece proprio di fronte a me. Io non potevo scappare perché fuori diluviava; era uno di quei rari, improvvisi e forti temporali di Barcellona, e ovviamente io mi trovavo senza ombrello.

Dopo il sospirato taglio di capelli, pensai che la volta successiva avrei molto probabilmente scelto il cinese e magari avrei pagato i tre euro extra per il finale a sorpresa, evento sicuramente più piacevole del grasso individuo vistosamente eccitato per una prorompente ballerina di una rivista gossip, dell’inglese ubriaco e dei video di YouTube.

Tutti i link d’acquisto, le librerie dove ordinare Burundanga, la sinossi, le recensioni e altre curiosità si possono trovare qui.

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