Qualche mese fa guardai un video su YouTube di un blogger spagnolo che parla di letteratura e che consigliava, prima d’iniziare a promuovere eventuali libri pubblicati da piccole case editrici o auto pubblicati, di assicurarsi di avere una pagina Facebook con almeno 1000 Like e un profilo su Twitter con almeno 1000 followers. Il messaggio era chiaro, se non ti seguono almeno 1000 persone, non ti leggerá mai nessuno. Quel consiglio mi stupì, mi lasciò perplesso e provocò l’unica critica negativa che feci al blogger, che continuo a seguire e che consiglio a chi interessa la letteratura e vuole praticare spagnolo allo stesso tempo. Il blogger si chiama Javier Miró e qui potrete trovare il suo canale.
Credo che la quantità di like e followers crei una popolarità e una bravura fittizie che non hanno nulla a che vedere con la qualità di un lavoro. Nel caso specifico della letteratura inoltre, ci sono molti casi di libri dalle copertine harmony (paragone che mi piace usare spesso perché rende l’idea sul loro squallore) di cui dubito della loro qualità con milioni di like, e grandi classici con poche centinaia. Ma questo non vale solo per la letteratura. In ogni forma d’arte, ma anche nella vita di tutti i giorni, ci valutiamo in funzione della quantità di like che raccattiamo e che danno qualità e capacità fittizie. La qualità, difatti, si basa ormai sulla faccia tosta più che sulle capacità. Ci casco spesso anch’io ovviamente, come un po’ tutti, con i like che do e che ricevo, perché faccio parte del Sistema che ha vinto, ahimè, anche sul controllo dell’arte.
Il mio post era partito con una riflessione, da lettore cronico sia ben chiaro, sulla quantità dei like che influenzano la letteratura, per finire parlando del Sistema che controlla le nostre esistenza, lo so, ma queste sono le conseguenze di Black Mirror, serie fatta da gente che ha capito come vanno le cose e che ce lo fa vedere. Per riprendere il discorso con cui ero partito su questo confuso e paranoico post, Black Mirror ci fa vedere anche qualcosa sulla mia riflessione dei Like dipendenti.
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