7 libri di autori britannici III

Oggi segnalo altri sette libri di autori britannici di cui ho parlato sul mio profilo Instagram, @mia_nonna_fuma.

In questo post troviamo: un classico dell’orrore straordinario, il mio preferito; un caso letterario che ha influenzato la mia vena di autore; due opere di una delle penne più eleganti del Regno Unito; altre due opere di un autore che stavo iniziando ad amare ma che mi ha deluso con i libri di questo post; l’esordio letterario di uno degli autori più divertenti del Regno Unito.

Non poteva mancare tra i miei post quello sul mio classico dell’orrore preferito, un romanzo dalla genesi affascinante quasi quanto la vicenda narrata. Conosciamo tutti la storia di Frankeinstein, qui mi limito a consigliarlo perché è il mito della letteratura che più è riuscito a terrorizzarmi quando ero ragazzino. L’ho poi riletto a distanza di anni, non mi ha scioccato come la prima volta, non ero più un ragazzino, ma ho avuto la conferma che Mary Shelley ha creato un’opera unica: l’orrore descritto con eleganza.
Circa diciott’anni fa durante i miei anni universitari, curiosando tra le ultime uscite in libreria m’imbattei in questo romanzo all’epoca semisconosciuto in Italia. M’ispirarono il titolo e la descrizione nella quarta di copertina, acquistai il libro, lo lessi in un paio di giorni e mi piacque molto.
Il protagonista è un ragazzino con sindrome di Asperger che vive un’avventura in un isolamento emozionale con strane manie legate a una sua logica e alla matematica. Forse non era ancora iniziata la moda del protagonista strambo e sognatore che si deve adattare alla propria realtà. Mi piace pensare che sia stato uno dei primi libri del genere, un romanzo che ha incrementato la mia voglia di scrivere ispirando in parte vari personaggi delle mie pubblicazioni: adolescenti strani che cercano di sopravvivere in un mondo che capiscono a fatica.
Chi si ritrova per le mani due copie di questo libro potrebbe imbattersi in due inizi diversi che raccontano una storia, anzi due storie parallele che s’incrociano pur essendo ambientate in epoche distinte. Infatti l’ordine degli eventi cambia a seconda della copia del romanzo. La prima pagina potrebbe avere il disegno di una telecamera che introduce una vita moderna, oppure di un fiore con gli occhi che apre un’esistenza di un passato remoto.
‘L’una e l’altra’ racconta come due vite possono essere la stessa, ma senza spiegare come. L’unione dell’una e dell’altra s’intravede di tanto in tanto, si nasconde dietro a una prosa elegiaca che la sussurra al lettore. Leggete Ali Smith se non l’avete ancora fatto, ne vale la pena.
McEwan scrive storie che di solito mi sorprendono per la loro imprevedibilità raccontata con una scrittura alternativa ed elegante. Ma con ‘Espiazione’ mi sono annoiato tanto, ho pensato di ritrovarmi tra le mani un romanzo di Jane Austin. Le grandi tenute nell’idilliaca campagna britannica, gli amori difficili non consumati, i rimorsi e i pentimenti in romanzi classici e contemporanei, non mi hanno mai preso.
Della letteratura britannica preferisco le follie delle Brönte, la genialità di Coe e Ali Smith, qualche fattone o disperato di Welsh e Hornby e, appunto, il McEwan prima di aver letto ‘Espiazione’. Gli darò comunque un’altra possibilità, speriamo bene.
‘Chesil beach’ racconta una storia di rimpianti e di rancori tra due appassionati di musica dell’Inghilterra degli anni 60. Circa 200 pagine di dialoghi noiosi e intrecci familiari degni di una telenovela sudamericana portano a un finale tutto sommato bello.
Lo consiglio a chi conosce già McEwan che ultimamente mi convince a stento: devo ancora trovare un altro suo libro degno del giardino di cemento. Si accettano consigli.
Leggere Ali Smith è come osservare un quadro bellissimo mentre il suo autore ti sussurra dettagli dell’opera difficili da percepire con lo sguardo. In Autunno l’autrice scozzese ti racconta la Brexit e le sue conseguenze nel Regno Unito, l’amore e l’amicizia, tutto in uno scenario onirico, in bilico tra sogno e realtà.
Io a volte mi perdo nelle sue descrizioni elegiache, devo fermarmi per comprenderla, penso di non poterla consigliare a tutti.
È un’autrice strana ma elegante, un’esperienza letteraria che si può amare e odiare nello spazio di mezza pagina, un’artista abile che non lascia indifferenti i suoi lettori. Mai.
Nell’esordio letterario di Niven un tossicomane che sogna di diventare un musicista incontra personaggi reali, tra cui Bob Dylan, che interagiscono con altri fittizzi. La musica s’incrocia con la droga, reietti strimpellano la chitarra con artisti geniali, l’accidia corrode vite sprecate su divani sudici.
Con l’esordio di Niven ho riso, mi sono divertito, mentre leggevo era come se mi trovassi insieme a personaggi strampalati con personalità ben definite tra il gelo di Toronto e la magia di Woodstock. Niven è un autore abile che sa intrattenere i suoi lettori, leggetelo se queste poche righe vi hanno ispirato.
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