Il buio oltre la siepe – Recensione

…C’è qualcosa nel nostro mondo che fa perder la testa alla gente – non riescono a esser giusti neanche quando lo vogliono. E i nostri tribunali, quando contro la parola di un bianco c’è soltanto quella di un nero, è sempre il bianco che vince. Sarà brutto, ma la vita è fatta così…
Autore: Harper Lee
Pagine: 304
Anno: 1960
Casa Editrice: Feltrinelli
Disponibilità: Libro cartaceo e versione digitale
Dove acquistarlo: Ibs

Ho iniziato questo libro con le aspettative basse (ho dubitato se leggerlo o meno per anni). Il motivo è che ogni volta che mi ritrovo tra le mani un romanzo di grande successo, di critica e di pubblico, resto sempre deluso, a volte tanto; l’ultima volta mi è successo con Il Cardellino, opera per me pessima. Ma con questo libro c’è stata un’inversione di marcia, difatti questo per me è un gran romanzo, un mix perfetto di storia coinvolgente e scrittura superba. Il buio oltre la siepe presenta un elemento molto usato su recensioni di best seller che io evito di citare perché mi sembra scontato ma che qui calza perfettamente: il romanzo mi ha lasciato per qualche giorno incollato alla lettura per la curiosità di scoprire come va a finire.

C’è l’amicizia raccontata in un’epoca della vita in cui l’amicizia è la cosa più bella del mondo; ci sono personaggi veri che non dicono mai banalità, che comunicano in dialoghi accurati e interessanti creando un’esperienza letteraria commovente; c’è la ragazzina Scout, giovane carismatica e ossessionata dall’inefficienza della scuola; ci sono i sermoni mai banali del padre saggio Atticus; c’è l’amore fraterno incondizionato di Jem; tutti elementi che introducono una storia che tratta il razzismo in un paese immaginario dell’Alabama degli anni trenta con una dolcezza unica. La famiglia di Scout vive esistenze non convenzionali per l’America bigotta con la sua avversione verso armi e guerre, con la ragazzina che non vuole indossare la gonna e difesa sempre dal padre, con la curiosità adolescenziale innocente malvista dalla massa. Leggendo il romanzo mi sono divertito come quando guardo I Goonies

Harper Lee usa inoltre un espediente che apprezzo molto: affrontare una tematica facendola raccontare da bambini in modo schietto e neutrale, in questo caso il razzismo. Lo fece anche Calvino nel suo esordio letterario, I segreti dei nidi di ragno, parlando dei partigiani. Ma tratta in modo dolce e sincero anche il bigottismo americano -come accennato- e il potere del patriarcato. Leggendo il romanzo si pensa che un mondo governato con l’innocenza dei bambini sarebbe un mondo migliore; poi magari si legge Il signore delle mosche e si cambia idea. Peccato per questo titolo italiano che dell’originale ha cambiato il senso e, per me, sminuito il fascino, ma questo è un problema molto diffuso nella letteratura tradotta in italiano. Il romanzo ha la sua parte tediosa -secondo i miei gusti letterari- con varie conversazioni tra adulti che sembrano prese dal salotto di Jane Austin e che mi hanno provocato un certo sopore, ma la sofferenza è stata minima.

Con quest’opera ho realizzato che anche i best seller fenomeni letterari mi possono piacere tanto. C’è per voi un libro che temevate di non apprezzare ma che poi avete amato?

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28 commenti

  1. L’ultimo letto. Marco Balzano. Resto qui. Pensavo fosse il solito romanzo strombazzato dai media dei narratori contemporanei italiani (stile Colibri’). Invece è una perla. Non avrei dato due lire a Carrisi, ma se piace il genere, la casa delle voci è un buon thriller. Il buio oltre la siepe. Credo che la tua recensione positiva ne segua almeno una decina lette in giro. Mai una negativa. Deduco da voi tutti, fidandomi soprattutto di te, sia un ottimo romanzo. Merci Alessandro

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  2. Stesso titolo, esperienza opposta (sarà che amo Jane Austin). Ero partita con alte aspettative, anche ricordando il bel film del ‘62 con Gregory Peck, ma più le pagine scorrevo e più non capivo ciò che stavo leggendo. Un romanzo molto contestualizzato sia nel periodo che nella fascia d’età. L’ho trovato acerbo, ma del resto l’autrice filtra tutto attraverso gli occhi di una bambina e forse è questo che mi ha un po’ traviata dal pieno apprezzamento.

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  3. Mi associo a quello che ha scritto Luisa Zambrotta, non sul romanzo che non ho letto, ma sull’ottimo tuo modo di scrivere le recensioni con sincerità, eleganza, sobrietà e senza scopiazzature. Ti seguo come tu mi segui e ne sono particolarmente contento. Buona giornata, Alessandro.

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  4. A me purtroppo manca, così come mi mancano moltissimi classici, conosco dunque solo la Scout cinematografica ma sul tuo “leggendo il romanzo mi sono divertito come quando guardo I Goonies” ho deciso che devo assolutamente rimediare!
    A ulteriore conferma: l’analogia narrativa rispetto a Il sentiero dei nidi di ragno.
    Riguardo poi alla domanda finale … ci devo pensare in effetti.
    GRAZIE.

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  5. … Ho iniziato questo libro con le aspettative basse (ho dubitato se leggerlo o meno per anni)… 🙂 devo dire che è stato lo stesso per me
    lo ho iniziato molte volte, a distanza di tempo, ma non sono mai riuscita ad andare oltre qualche pagina
    Ora, dopo le tue parole, lo leggerò
    🙂
    Grazie e buona serata

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  6. L’ho letto e come te avevo alte aspettative, che non sono state deluse, tanto che l’ho riletto anche nella versione in lingua originale. Solitamente tendo ad avere grandi aspettative che al massimo vengono disattese, però ecco, un libro su cui puntavo poco è stato “le notti bianche” di Dostoevskij, pensavo sarebbe stata una lettura pesante nonostante fosse un libro breve, invece mi ha sorpresa

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