… Decine di automobili erano immobili nel traffico, i clacson suonavano. L’aria era grigia, satura di gas di scarico. Non ci arriverò mai, pensò. Mentre un uomo al volante di una Fiat Croma gli insultava la madre, si infilò in una viuzza tortuosa. Era un mercato improvvisato di frutta, verdura, carne e pesce esposti su banconi e per terra. La percorse a passo d’uomo, in mezzo a un brulichio di donne coi sacchetti. Suonò il clacson come fosse un telegrafo …
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Autore: Antonio Pagliaro Pagine: 275 Anno: 2010 Casa Editrice: Laurana Editore ISBN: 978-8896999066 Disponibilità: Libro Cartaceo e Versione E-book Sito dell’autore: Antonio Pagliaro Dove acquistarlo: Amazon |
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Recensisco un altro libro di Antonio Pagliaro dopo La notte del gatto nero di cui ne ho parlato qui qualche anno fa. I cani di via Lincon precede di un paio d’anni l’uscita de La notte del gatto nero e anticipa la crudeltà di alcuni dei suoi personaggi. Non rappresenta il tipico libro che recensisco nel mio blog, essendo un noir macchiato di sangue sparso da mafia cinese e siciliana, genere che non prediligo, ma Pagliaro nei suoi libri mi lascia sempre qualcosa di cui voglio parlare. Un’angoscia che vale la pena descrivere in una recensione per gli amanti di questo genere e non solo. La parola angoscia è forse quella che ho più usato in entrambe le recensioni perché è la sensazione che più mi affligge quando leggo un romanzo di Pagliaro. Potrebbe sembrare un aspetto negativo del libro, forse non è il massimo sentirsi angosciato leggendo un romanzo, ma quando un autore descrive delle torture che fanno persino piangere i carabinieri, ha l’obiettivo di lasciare qualcosa nell’animo del lettore, sia essa angoscia o tristezza, o qualsiasi altro stato d’animo, e su questo a mio avviso Pagliaro è un maestro.
Il romanzo ruota intorno a una strage di commensali in un ristorante cinese, che tra le vittime include anche un giornalista italiano –già avevamo mafiosi e massoni. I cinesi ci mancavano, a noialtri– e che coinvolge anche alcune losche attività della malavita siciliana. La storia è ambientata in una Palermo realistica, resa tale dal dialetto siciliano che arricchisce i dialoghi dei personaggi creati dall’autore. Mu vitti ‘stu film, dice per esempio uno di loro per negare in modo ironico un’affermazione del proprio interlocutore. Palermo realistica anche per altre particolarità, come le signore in lutto vestite di nero da capo a piedi. Il capoluogo siciliano viene descritto in tutto il suo splendore, come la città del sole, sole che tuttavia per qualcuno dei personaggi non c’è mai. Dietro quella strage di cinesi si svelano a poco a poco una serie di attività illecite che coinvolgono la malavita orientale e quella siciliana provocando un vortice di sensazioni, paura, impotenza, quell’angoscia già citata varie volte, rabbia generata leggendo di mafiosi che, tra un delitto e l’altro, vanno a messa a ricevere i loro sacramenti. Benedetto Trionfante aveva compiuto dieci anni e stava per fare la prima comunione. Il padre Saro lo vestì di bianco, baciò tre volte una croce di oro e diamanti e gliela mise al collo. L’importanza della comunione, di un santo sacramento, viene spiegato da un padre al proprio figlio subito dopo aver sciolto nell’acido un suo dipendente, mentre un altro losco personaggio ha una cappella privata. Con la malavita non c’è pietà per nessuna vittima da sacrificare, sia essa cinese o italiana. La malavita non guarda in faccia nemmeno un bambino.
Questa è la realtà descritta da Pagliaro. Le sue frasi corte e impressionanti, intense e visuali, a parte le sensazioni precedentemente elencate possono provocare anche ribrezzo grazie alla potenza narrativa con cui l’autore descrive le azioni dei suoi personaggi. Tirò fuori un po’ di cerume, lo guardò, poi lo appiccicò sotto la scrivania. Si grattò il naso, sistemò gli occhiali. I libri di Pagliaro letti finora non mi hanno lasciato indifferente, indipendentemente dal genere letterario. Ne riparlerò prossimamente nel mio blog.
Un ultimo commento sul libro. I cani di via Lincon è stato pubblicato da Laurana Editore, casa editrice che ho scoperto da poco, che apprezzo molto e di cui avevo dedicato un altro post che si può leggere qui.